La pedana sensoriale si è rivelata uno strumento davvero prezioso nel processo educativo e di crescita del bambino sordo.
Il suono è vibrazione per definizione, ma nel bambino audioleso la maggior parte di queste vibrazioni non è percepita se non attraverso il senso del tatto.
Questa pedana permette quindi al bambino che presenta sordità di toccare letteralmente i suoni, ogni tipo di suono o rumore e di provare sensazioni, emozioni, associarle a ricordi, riconoscere situazioni, eventi naturali, persone e voci.
La pedana permette di conoscere, esplorare e approfondire da un punto di vista diverso molti campi:
- la musica (e il movimento)
- la parola e il linguaggio (e la relazione) 3- la natura
MUSICA
La pedana permette all’audioleso di sentire i suoni in relazione alla loro intensità, durata, timbro e qualità entrando a contatto con i parametri musicali che diversamente sarebbero in gran parte estranei al suo mondo.
In quest’ottica la pedana viene utilizzata per ascoltare la musica con il corpo e scoprire se è ritmata, dolce, delicata o energica, scoppiettante avvertendone l’intensità e il carattere; se è eseguita da uno strumento o da una voce o da più musicisti percependo poche numerose vibrazioni; se i suoni sono lunghi, tenuti o puntati e separati da pause sentendo per quanto tempo e in che modo si protrae l’onda vibratoria; se ci sono crescendi o diminuendi, sezioni omoritmiche o canoni con voci che si rincorrono.
E’ esercizio di attenzione complesso, che va a stimolare molto la concentrazione, quello che chiede al soggetto di avvertire le differenze timbriche di alcuni strumenti per riconoscerli.
Riconoscere l’andamento e alcune caratteristiche del brano musicale permette a più soggetti presenti sulla pedana di danzare o fare movimenti corali simultanei e creare semplici coreografie. La pedana permette di avvertire anche differenze nella qualità dell’onda sonora rispetto a frequenze acute o gravi, a suoni che modulano o che restano ad intonazione fissa (è avvertito lo spostamento dell’onda sonora sulla superficie della pelle a contatto con la pedana) pertanto facilita l’intonazione della voce.
PAROLA E LINGUAGGIO
La pedana permette di “toccare” l’emissione vocale propria o di un soggetto esterno che stia utilizzando un microfono collegato alla stessa.
Questo da’ la possibilità di correggere e auto correggersi nell’atto fonatorio: l’emissione dei suoni vocalici o delle consonanti può essere perfezionata toccando e comparando fonazioni eseguite in modi differenti, la qualità della voce può essere migliorata perché è facilitata l’autoconsapevolezza della propria emissione (voce nasalizzata, sfiatata, trattenuta, ecc.).
La già citata possibilità di avvertire lo spostamento della vibrazione quando la frequenza è più o meno acuta o grave è molto utile nello stabilizzare la voce altalenante o al contrario per modulare una voce troppo statica nel parlato.
Un’altra piacevole scoperta e grande conquista permessa dall’utilizzo della pedana è il riconoscimento dei fonemi attraverso il tatto e non solo la lettura labiale:
il suono sordo e quello sonoro sono caratterizzati dalla presenza (sonoro) o assenza (sordo) della vibrazione della voce, nel caso del suono sordo la vibrazione è data dal ‘rumore’ del fiato e di come viene prodotto ( labiale, dentale ecc.), il fonema più facile da riconoscere al tatto è la ‘R’ poiché c’è un’oscillazione ‘tamburellata’ dell’aria inconfondibile.
Una grande risorsa derivante dalla percezione dei parametri musicali è il riconoscimento della pausa unita alla durata dell’emissione della voce: questi due fattori collegati permettono di dare unità e musicalità alla parola (evitando la sillabazione marcata e allungando la sillaba accentata) e alla frase (evitando pause che spezzano il senso della frase per una comprensione migliore). Pertanto è uno strumento molto utile per affinare l’educazione al ritmo della parola seguendo gli accenti e al ritmo frastico.
NATURA
Attraverso i suoni riprodotti dalla pedana è possibile far sperimentare al soggetto non udente numerose vibrazioni dell’ambiente o di fenomeni naturali:
lo scoppiettare del fuoco, il fruscio del venticello leggero o del rombo del vento o di un temporale, il fragore del tuono, lo scroscio della pioggia più o meno intensa, il boato del terremoto il frastuono di un’esplosione, questo permette di aiutare il soggetto a riconoscere nell’esperienza quotidiana alcune situazioni nella speranza che possa poi reagire in modo più adeguato e limitare lo spaesamento per non capire cosa sta accadendo.
Altri rumori quotidiani possono essere amplificati dalla pedana e diventare patrimonio personale come l’arrivo del treno, della metropolitana, dell’aereo.
Anche i versi degli animali posso essere avvertiti tramite la pedana sensoriale, dal ruggito del leone a miagolio del gatto, dal muggito della mucca al gracidare della rana e così via.
Concludendo, la pedana è un dispositivo molto valido per permettere al soggetto di compensare là dove è in difficoltà, sfruttando al meglio le altre potenzialità che ha, per accrescere il proprio bagaglio culturale ed esperienziale e affrontare meglio la vita di ogni giorno.
Sara Fornaciari
Musicoterapeuta, cantante e insegnante di canto e vocalità